sabato 13 febbraio 2010

Bachelet, per fortuna

C'è voluto un colpo di mano della Rai per capire davvero di che vergogna si tratti. Una puntata del programma, "A sua immagine", che doveva essere dedicata alla memoria di Vittorio Bachelet, ucciso 30 anni fa dalle Br, cancellata dal palinsesto di Raiuno, perché a ricordare il professore freddato sulle scale della Sapienza il 12 febbraio del 1980, ci doveva essere Giovanni, il figlio, deputato del Pd.
Per effetto del nuovo regolamento approvato dalla commissione di Vigilanza Rai, la par condicio si allunga fino a 45 giorni prima delle elezioni: nessun politico può affacciarsi dal teleschermo, a meno che la trasmissione che lo ospita non si trasformi in una tribuna elettorale.
Quando il regolamento è stato approvato, il 9 febbraio, il Pd è uscito dall'aula nel tentativo di far cadere il numero legale. La proposta è partita dal radicale Marco Beltrandi. Roberto Rao dell'Udc, restando in aula ha di fatto reso possibili le votazioni. Ed ecco il pasticcio.
L'opposizione, a quel punto, avrebbe dovuto prendere i megafoni e urlare subito a squarciagola la vergogna, l'insulto, l'attacco a quel diritto ad essere informato che è previsto dalla nostra Costituzione.
Invece la notizia che pure è finita sui giornali, in tv è stata trattata alla stregua del solito battibecco politico. Alla fine, non deve essere circolata nemmeno tra i deputati dell'opposizione se Giovanni Bachelet, che considero un mio amico oltre che un politico attento, stupito per lo stop al programma, ha chiesto aiuto a Facebook: "C'è qualche giornalista in onda? Ho saputo ora che la Rai ha abolito la puntata della trasmissione religiosa "A sua immagine" che doveva andare in onda oggi alle 17 per i 30 anni di papà perché c'è un'intervista a me, deputato PD! Pare che un regolamento approvato da poco estenda il divieto a 45 giorni prima delle elezioni (la campagna comincia 30 giorni prima) e il divieto anche a chi non è candidato. Chi mi aiuta?".

Sono indignata per il regolamento che ancora una volta fa saltare tutte le regole. Ma sono anche arrabbiata perché l'opposizione non fa opposizione. Si può perdere ai punti una partita, ma qui è come se avessero già data per vinta al nemico tutta la guerra.

2 commenti:

  1. sono IMBELLI ! (da in-bellum, inadatti alla guerra) e nell'antica Roma era sinonimo di VILE,TRADITORE:::

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  2. Ma se Bachelet non è neanche candidato, che senso ha la censura? E questa regola antilibertaria vale anche per consiglieri provinciali, comunali o di circoscrizione? E allora, già che ci siamo, perché non censurare programmi con interviste a semplici iscritti a uno dei partiti in lizza? È una farsa di regime!

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