domenica 11 luglio 2010

La scelta del "giurato"

Li ho scelti così, come in questa foto, dall'elenco dei 56 candidati al premio Azzeccagarbugli. Li ho amati da subito, tanto da metterli sullo scaffale della mia libreria.
Mica facile. Mi ha aiutato un maestro di sempre, Federico Zeri. A noi, giovani studenti della Cattolica di Milano, per una fitta settimana di conversazioni tentò di spiegare il Criterio, l'arte cioè di leggere l'arte. Quegli incontri fissati nella mia memoria, sono poi diventati un libro (Dietro l'immagine, Longanesi, 1988).
Alla fine delle dottissime lezioni, sciolto quasi alla confidenza con gli allievi, Zeri rispose così all'impertinente che osò chiedere come si faceva a capire se un quadro è bello: "Lo appenderesti nel salotto di casa tua? Se la risposta è sì, quel dipinto allora è bello".

Tre dei libri che ho scelto per la mia libreria sono finalisti al premio Azzeccagarbugli. Anzi, quattro se consideriamo anche il tedesco La calma del più forte, di Veit Hienichen per e/o.

L'amore del bandito di Massimo Carlotto per e/o
Morte a Firenze di Marco Vichi per Guanda
Io ti perdono di Elisabetta Bucciarelli per Kowalski

A questi si aggiungono:
Grazia Verasani, Di tutti e di nessuno, Kowalski
Alfredo Colitto, I discepoli del fuoco, Piemme

Il metodo tiene, la scelta risulta comunque difficile. Dal mio personale elenco sono rimasti esclusi Valerio Varesi (Il commissario Soleri e la mano di Dio, Frassinelli) e Gian Mauro Costa (Il libro di legno, Sellerio). Molti altri nel mucchio dei 56 resteranno però nella mia libreria.

(Le foto: premio Azzeccagarbugli 2010)

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